Le istituzioni

I registri a disposizione, dal 1922 al 1968, sono una vera e propria memoria di nomi, famiglie, enti, banche, aziende e prodotti. Soffermandoci sui primi anni reatini, possiamo evidenziare i legami della ditta Nicoletti con clienti appartenenti al neonato Fascismo, tra cui lo stesso Benito Mussolini, acquirente di alcuni mobili nel gennaio del 1924, nonché negli anni Trenta il ministro Giuseppe Bottai. Per la famiglia del Duce, la Nicoletti realizzerà anche un mobile per Arnaldo Mussolini, fratello minore di Benito, in occasione della Fiera del mobile di Milano del 1929[1].

Lavori vengono realizzati per palazzo Chigi: un disegno del 1923 si riferisce, infatti, a un progetto per gli interni della portineria. In quel periodo l’immobile ospitava il Ministero degli Esteri divenendo sede della Presidenza del Consiglio dei ministri soltanto nel 1961, anno in cui si trasferisce dal palazzo del Viminale. Palazzo Chigi era stato anche sede del ministero delle Colonie tra il 1916 e il 1922 per poi essere la struttura ospitante il dicastero della diplomazia. Nel disegno si può notare come le sedute ricordino gli scranni presenti nell’aula consiliare del Comune di Rieti[2].

Per Strampelli vengono prodotte le vetrine dell’erbario e la sala consiliare della Regia stazione sperimentale di Campomoro, ora dedicata proprio al genetista. L’archivio della stazione di granicoltura, conservato presso l’Archivio di Stato di Rieti, ci fornisce anche un’ulteriore evidenza, con il mandato di pagamento a firma di Strampelli a favore di Ercole Nicoletti del dicembre 1928: il mobilio fornito è di faggio e riguarda anche la sala d’aspetto, nonché le poltrone e sedie in noce[3].

Molto ampia è la clientela di enti e istituzioni. Per il Comune di Rieti, ad esempio, sono realizzati un fascio littorio di quattro metri, il Circolo di lettura del teatro Flavio Vespasiano[4] (disegni del 1923-‘24) e il bar/ristorante Amici che vi era nell’altra ala (1929), poi rimosso[5], dove oggi si trovano la biglietteria e una sala conferenze nei pressi del foyer, oltre a vari arredamenti comunali riconoscibili dal logo inciso, ovvero i tre anelli borromei rintracciabili anche sulle copertine amaranto dei cataloghi fotografici.

La nascita della Provincia nel 1927 accende, inoltre, la necessità di reperire mobilio adeguato per la sede che verrà insediata a palazzo Vincentini, dove si trova oggi la Prefettura. I Nicoletti saranno impegnati in numerose realizzazioni, come l’allora sala per l’adunanza del rettorato (fino al 1928 organo denominato deputazione, nato con l’abolizione del consiglio e simile all’attuale giunta), in particolare il lampadario ovale[6] e l’arredamento in legno, così come il tavolo e le sedie. Sarà la Iacoboni-Rinaldi, prosecuzione societaria della Nicoletti come vedremo successivamente, ad arredare, invece, la nuova sede della Provincia in via Salaria nell’immobile che ospitava la Gioventù italiana del littorio. Sono, infatti, del 1967 i disegni per la sala consiliare dell’amministrazione provinciale con i pannelli lignei di fondo retrostanti il banco della presidenza e della giunta dove sono incastonate le riproduzioni dei gonfaloni di alcuni Comuni della Provincia come Rieti, Leonessa, Amatrice, Borgorose, Cittaducale e la scritta «Tota Sabina civitas»[7]. Il progetto della sala era di Arduino Angelucci[8].

Nel settore della pubblica amministrazione i Nicoletti avranno committenze da parte anche della Questura, del Catasto, dell’Ente provinciale per il turismo, dell’Intendenza di finanza, dell’Opera nazionale combattenti (Onc) e della pretura.

Numerosi anche i lavori per le banche, in particolare per la Cassa di risparmio di Rieti, la Banca d’Italia e la Banca commerciale. Tra le aziende si segnala la Olivetti con mobili pensati per accogliere le macchine da scrivere (1928), la Società anglo-romana (fornitura gas ed elettricità per l’illuminazione della capitale), lo Zuccherificio, il quotidiano Il Messaggero per la sede romana di via del Tritone (1932-1933) e la Supertessile/Snia Viscosa con gli aspi per dipanare la seta e il mobilio per diversi ambienti.

Anche le organizzazioni del regime si rivolgono ai Nicoletti, come il Partito nazionale fascista, la Milizia forestale, la 116a legione della Gnr (Guardia nazionale repubblicana) e varie federazioni.

Il settore aeronautico era una ulterioire realtà privilegiata: l'opificio realizza gli interni dell’aeroporto Ciuffelli di Rieti (1937-1938) e dell’aeroporto di Littoria (oggi Latina, 1936), a cui aggiungere lavori per l’allora Centro chimico militare (1929) e per l’ammiraglio Guido Scelsi,  pioniere dell’aviazione, pilota di dirigibili, idrovolanti e aerostiere, soprannominato il «marinaio volante».

Meritano un approfondimento nche i disegni per «cassoni per la navicella dei passeggeri per dirigibile giapponese» (1926), ovvero la zattera per il cassone della navicella passeggeri del dirigibile Giappone da realizzare in abete bianco, commissionato ai Nicoletti dal Genio aeronautico.

Si tratterebbe di materiale per il dirigibile N3 Giappone realizzato in Italia presso lo Stabilimento di costruzioni aeronautiche di Roma, sito a pochi passi dalla sede romana dei Nicoletti, appartenente alla “serie N” progettata da Felice Trojani e Umberto Nobile, trasportato e poi montato in Giappone nel 1927 per la Marina imperiale nipponica. 



[1] Nicola Colabrese, L’economia sabina dalla ricostituzione della Provincia al 1930, F.lli Faraoni, Rieti 1933, p. 219.

[2] ASRi, N-R, Fratelli Nicoletti, Disegni, n. 464.

[3] ASRi, Stazione sperimentale di granicoltura Nazareno Strampelli di Rieti, Bilanci, b. 348, fasc. 6, “Acquisto di beni patrimoniali”, 1928.

[4] ASRi, N-R, Fratelli Nicoletti, Registri clienti, 1923, in particolare nn. 457-463 e 466-474; 1924, nn. 519-542.
[5] ASRi, N-R, Fratelli Nicoletti, Registri clienti, 1929, nn. 3239-3332 (non consecutivi). A questo proposito si veda anche la corrispondenza con il Comune di Rieti per il preventivo e la pianta allegata presenti in ASRi, ACRi, Carteggio amministrativo, Lavori pubblici, Fabbriche, Teatro, b. 482.

[6] ASRi, N-R, Fratelli Nicoletti, Disegni, n. 3491.

[7] ASRi, N-R, Rinaldi-Iacoboni, Disegni, n. 1744.

[8] ASRi, Arduino Angelucci, b. 8, fasc. 12.