La mostra

Introduzione

Prima del marzo 2020 l’Archivio di Stato di Rieti aveva già intrapreso le prime attività conservative e la descrizione archivistica e in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2021, è stata inaugurata, nella sede Istituto archivistico reatino, la mostra storico-documentaria e iconografica I Nicoletti-Rinaldi e l’armadio della memoria - Artigianato, lavoro e inclusione sociale in una storia d’impresa, a cura di Alfredo Pasquetti e Daniele Scopigno, in collaborazione con la Alessandro Rinaldi Foundation. All’inaugurazione hanno partecipato Antonella Mulè, già Direzione generale Archivi del Ministero della Cultura e Federico Rinaldi, presidente dell’Alessandro Rinaldi Foundation. 

E' stata esposta una parte degli oltre 6mila disegni contenuti nel fondo, composto dai progetti sia della Fratelli Nicoletti sia della Alberto Rinaldi poi Rinaldi&Jacoboni, che rappresentano un unicum nella ricostruzione del tessuto economico-produttivo reatino e non solo.

Le sale espositive

L’area espositiva dedicata alla mostra è stata predisposta su due sale. All’interno delle undici teche della prima sala erano esposti: volumi; album fotografici e taccuini; lucidi; positivi fotografici e negativi fotografici su vetro. Sui pannelli della seconda sala, rivestiti in tela conservativa di colore nero, sono stati esposti: disegni su carta, disegni su carta da lucido e fotografie. Come detto un'estrema sintesi del patrimonio archivistico dell'azienda. 

L’esposizione ha visto la presenza di lettere dell’architetto e accademico d’Italia Cesare Bazzani, cataloghi fotografici dei prodotti e registri della clientela che hanno restituito informazioni, storie di enti e di aziende come Cisa Viscosa e Zuccherificio, nomi appartenenti a importanti famiglie nobili e di notabili tra cui la Real Casa, Potenziani, Strampelli, Jucci, Montanelli ed esponenti del regime fascista come Mussolini e Bottai, andando anche oltre il Ventennio come testimoniano i lavori affidati dal sindaco di Rieti Sacchetti Sassetti. Parte del materiale esposto, inoltre, è stato restaurato presso il laboratorio di restauro dell'Archivio di Stato di Rieti.